Le raccomandazioni relative agli esercizi di propriocezione sono valide a tutti gli effetti anche
per gli esercizi sensoriali.
Quello che cambia è l’oggetto della nostra attenzione: non lo stato di tensione o rilassamento dei
nostri muscoli, bensì il contatto con il mondo esterno.
Chi soffre di distonia ha abitualmente un livello di tensione muscolare tale da compromettere
(temporaneamente: non è una menomazione!) il proprio senso del tatto.
Immaginiamo di trovarci in una stanza con molte persone che gridano il più forte possibile: dopo
non molto le nostre orecchie inizieranno a difendersi dall’eccessivo rumore diminuendo il livello di
sensibilità ed impedendoci l’ascolto fine (di fatto questa diminuita sensibilità è provocata da uno stato di
costante tensione della membrana eccessivamente sollecitata, che perde temporaneamente la capacità di
rilassarsi e vibrare quando riceve una sollecitazione leggera).
Allo stesso modo, i nervi abituati a trasmettere messaggi eccessivamente intensi a causa dello
scarso controllo del movimento, tendono a perdere parzialmente la capacità di percepire le sensazioni
tattili.
Gli esercizi sensoriali servono a risvegliare questa capacità e ad insegnare al cervello a graduare
l’intensità dei numerosi comandi che veicola attraverso i nervi, sotto-forma di sostanze chimiche dette
neurotrasmettitori, alle varie parti del corpo.
Attuare esercizi sensoriali significa semplicemente esercitare il senso del tatto. In altre parole,
toccare, ponendo l’attenzione sulla sensazione tattile.
Si può toccare qualsiasi cosa, ma è importante farlo con ogni parte della mano, del polso, del
braccio, senza dimenticare il palmo, il dorso, ogni singola falange (sopra e sotto!), il polpastrello,
l’unghia. Il fatto di toccare il proprio strumento, anziché un oggetto qualunque, ha il vantaggio di
ripristinare una relazione con esso positiva, piacevolmente fisica, che la distonia aveva totalmente
distorto.
Perché l’esercizio sia utile sono indispensabili due condizioni:
– che avvenga in maniera dinamica, cioè toccando l’oggetto o lo strumento attraverso il movimento. Le
sensazioni sono più varie e riconoscibili se i muscoli lavorano in movimento anziché in maniera statica,
poiché lo stato di non movimento provoca tendenzialmente delle tensioni.
– che si ricerchi il contatto più preciso possibile. Sensazione di contatto precisa significa precisione di
tocco (sembra una tautologia, ma non lo è affatto!), e qualunque musicista sa quanto la precisione del
tocco sia indispensabile ad una buona esecuzione. Quello che forse è meno evidente, è che la precisione
del tocco migliora nettamente la capacità di coordinazione di tutta la mano, a partire dalle dita.
Il dito che ha un contatto sicuro con il tasto del pianoforte (o con la corrispondente parte di ogni
altro strumento) sarà in grado di portare il peso di braccio, polso e mano senza la necessità di mettere in
tensione le altre dita grazie alla sensazione di stabilità che trasmette.
Gli esercizi sensoriali hanno anche un’altra importante funzione, alla quale abbiamo accennato
nel capitolo sugli esercizi propriocettivi: concentrarsi sul contatto con oggetti esterni al corpo aiuta il
cervello a “mappare” in maniera fine il corpo.
In questo senso è importante esercitare il tatto della parte superiore delle falangi e del dorso della
mano, poiché spesso si riscontrano carenze nella capacità di rilassare i muscoli estensori delle dita nelle
persone che patiscono la distonia: frequentemente le dita si ritrovano totalmente tese senza che la persona
riesca ad intervenire per ripristinare la “naturale” curvatura.
Esercitare il tatto delle parti abitualmente poco utilizzate a questo scopo (tutta la parte “esterna”
della mano, dal dorso alla parte superiore delle singole falangi) aiuta il cervello a mettersi in contatto i
muscoli che si trovano in quelle zone e ad “accettare” che si muovano, causando movimenti ai quali non è
abituato.
Per chiarire il concetto propongo un esempio di esercizio che nella mia esperienza si è rivelato
spesso molto utile in questo senso, che si può eseguire con un solo dito per volta o con tutta la mano:
– si appoggia la mano sulla tastiera del pianoforte nella posizione abituale, come se si dovesse suonare,
cioè appoggiando i polpastrelli che sostengono il peso del braccio
– avanzando lievemente il polso e ripiegando il dito, si sposta il contatto sull’unghia, sempre sostenendo il
peso del braccio
– si prosegue il movimento appoggiando l’articolazione fra seconda e terza falange
– si prosegue poi appoggiando la seconda falange, ponendo attenzione al contatto con il tasto e alla
morbidezza del polso, che dovrà lasciarsi andare sempre di più
– si prosegue appoggiando successivamente l’articolazione fra prima e seconda falange, poi la seconda
falange, poi la nocca e, se questo non provoca irrigidimento nel polso, il dorso della mano
– infine si esegue il percorso al contrario
Il beneficio di questo semplice esercizio (per alcuni può non essere tanto semplice…) consiste
nel fatto che si uniscono l’attivazione della percezione sensoriale ed il movimento graduale delle dita che,
partendo dalla loro curvatura naturale, accentuano la curvatura in maniera graduale e piacevole,
insegnando al cervello che i vari gradi di questo movimento sono piacevoli e possono quindi essere
utilizzati nel movimento globale.
Come si vede la caratteristica di questo esercizio, e di tutti gli esercizi analoghi, che per
semplicità ho definito “sensoriali”, è l’unione di uno o più movimenti con sensazioni tattili, analogamente
a quanto avviene negli esercizi da me definiti “propriocettivi”: in questi ultimi, però, il movimento è unito
a sensazioni provenienti dall’interno del corpo.