© Alessandro Bares, 2019
Le raccomandazioni relative agli esercizi di propriocezione sono valide a tutti gli effetti anche per gli esercizi sensoriali.
Quello che cambia è l’oggetto della nostra attenzione: non lo stato di tensione o rilassamento dei nostri muscoli, bensì il contatto con il mondo esterno.
Chi soffre di distonia ha abitualmente un livello di tensione muscolare tale da compromettere (temporaneamente: non è una menomazione!) il proprio senso del tatto.
Immaginiamo di trovarci in una stanza con molte persone che gridano il più forte possibile: dopo non molto le nostre orecchie inizieranno a difendersi dall’eccessivo rumore diminuendo il livello di sensibilità ed impedendoci l’ascolto fine (di fatto questa diminuita sensibilità è provocata da uno stato di costante tensione della membrana eccessivamente sollecitata, che perde temporaneamente la capacità di rilassarsi e vibrare quando riceve una sollecitazione leggera).
Allo stesso modo, i nervi abituati a trasmettere messaggi eccessivamente intensi a causa dello scarso controllo del movimento, tendono a perdere parzialmente la capacità di percepire le sensazioni tattili.
Gli esercizi sensoriali servono a risvegliare questa capacità e ad insegnare al cervello a graduare l’intensità dei numerosi comandi che veicola attraverso i nervi, sotto-forma di sostanze chimiche dette neurotrasmettitori, alle varie parti del corpo.
Attuare esercizi sensoriali significa esercitare il senso del tatto. In altre parole, toccare, ponendo l’attenzione sulla sensazione tattile.
Si può toccare qualsiasi cosa, ma è importante farlo con ogni parte della mano, del polso, del braccio, senza dimenticare il palmo, il dorso, ogni singola falange (sopra e sotto!), il polpastrello, l’unghia. Il fatto di toccare il proprio strumento, anziché un oggetto qualunque, ha il vantaggio di ripristinare una relazione con esso positiva, piacevolmente fisica, che la distonia aveva distorto.
Affinché gli esercizi sensoriali siano utili sono indispensabili due condizioni:
– che avvengano in maniera dinamica, cioè toccando l’oggetto o lo strumento attraverso il movimento. Le sensazioni sono più varie e riconoscibili se i muscoli lavorano in movimento anziché in maniera statica, poiché lo stato di non movimento provoca tendenzialmente delle tensioni.
– che si ricerchi il contatto più preciso possibile. Sensazione di contatto precisa significa precisione di tocco (sembra una tautologia, ma non lo è affatto!), e qualunque musicista sa quanto la precisione del tocco sia indispensabile ad una buona esecuzione. Quello che forse è meno evidente, è che la precisione del tocco migliora nettamente la capacità di coordinazione di tutta la mano, a partire dalle dita.
Il dito che ha un contatto sicuro con il tasto del pianoforte (o con la corrispondente parte di ogni altro strumento) sarà in grado di portare il peso di braccio, polso e mano senza la necessità di mettere in tensione le altre dita grazie alla sensazione di stabilità che trasmette.
Gli esercizi sensoriali hanno anche un’altra importante funzione, alla quale abbiamo accennato nel capitolo sugli esercizi propriocettivi: concentrarsi sul contatto con oggetti esterni al corpo aiuta il cervello a “mappare” in maniera fine il corpo.
In questo senso è importante esercitare il tatto della parte superiore delle falangi e del dorso della mano, poiché spesso si riscontrano carenze nella capacità di rilassare i muscoli estensori delle dita nelle persone che patiscono la distonia: frequentemente le dita si ritrovano totalmente tese senza che la persona riesca ad intervenire per ripristinare la naturale curvatura.
Esercitare il tatto delle parti abitualmente poco utilizzate a questo scopo (tutta la parte esterna della mano, dal dorso alla parte superiore delle singole falangi) aiuta il cervello a mettersi in contatto i muscoli che si trovano in quelle zone e ad “accettare” che si muovano, causando movimenti ai quali non è abituato.
Per chiarire il concetto propongo un esempio di esercizio che nella mia esperienza si è rivelato spesso molto utile in questo senso, che si può eseguire con un solo dito per volta o con tutta la mano:
– si appoggia la mano sulla tastiera del pianoforte nella posizione abituale, come se si dovesse suonare, cioè appoggiando i polpastrelli che sostengono il peso del braccio
– avanzando lievemente il polso e ripiegando il dito, si sposta il contatto sull’unghia, sempre sostenendo il peso del braccio
– si prosegue il movimento appoggiando l’articolazione fra seconda e terza falange
– si prosegue poi appoggiando la seconda falange, ponendo attenzione al contatto con il tasto e alla morbidezza del polso, che dovrà lasciarsi andare sempre di più
– si prosegue appoggiando successivamente l’articolazione fra prima e seconda falange, poi la seconda falange, poi la nocca e, se questo non provoca irrigidimento nel polso, il dorso della mano
– infine si esegue il percorso al contrario
Il beneficio di questo semplice esercizio (per alcuni può non essere tanto semplice…) consiste nel fatto che si uniscono l’attivazione della percezione sensoriale ed il movimento graduale delle dita che, partendo dalla loro curvatura naturale, accentuano la curvatura in maniera graduale e piacevole, insegnando al cervello che i vari gradi di questo movimento sono piacevoli e possono quindi essere utilizzati nel movimento globale.
Come si vede la caratteristica di questo esercizio, e di tutti gli esercizi analoghi, che per semplicità ho definito “sensoriali”, è l’unione di uno o più movimenti con sensazioni tattili, analogamente a quanto avviene negli esercizi da me definiti “propriocettivi”: in questi ultimi, però, il movimento è unito a sensazioni provenienti dall’interno del corpo.